"La Mossa" di... Maria Campi


Seducenti e spregiudicate le sciantose con le loro occhiate conturbanti e le loro gambe sempre in vista, muovendo il loro generoso corpo al fianco di presentatori, cantanti, comici e finidicitori accompagnate da un' orchestrina sotto il palcoscenico diventarono il simbolo dello spettacolo di varietà e di un epoca dello spettacolo. Ispiravano gli dagli artisti per dipingere le celebri locandine che le ritraggono mentre spaccano in aria le gambe in un folle Can Can o mentre in passerella sfoggiano le loro acconciature, le loro voci di cantanti, la loro provocante sensualità : avanguardia del costume sociale.
Maria Campi naque a Roma nel 1871 e dopo un'infanzia difficile e la consueta gavetta nel 1901 potè esibirsi nei teatri di varietà. In Spagna aveva appreso la rumba ed un modo conturbante di muovere il suo corpo. Maria De Angelis, questo era il suo vero nome, passò alla storia come l'inventrice della "mossa". Accompagnata dal rullante il suo corpo si contorceva e si produceva in un sensualissimo movimento di bacino timbrato dalla grancassa. Della sua voce si sa poco ma della mossa si è scritto tanto e sembra che Maria abbia ispirato a Guido Da Verona la celebre romanza. Ma la "mossa" o il "coup de ventre" alla francese, che la rese celebre per tutti gli anni venti e gli fece valere il titolo di "mangiatrice di uomini" diventò una pietra miliare del repertorio delle sciantose e che come per esempio l'invenzione della macchietta da parte di Nicola Maldacea fu una di quelle cruciali innovazioni che segnarono il passaggio dal fumoso cafè-chantant al varietà leggero...
Dagli esordi al Teatro Amor di trastevere la Campi cominciò ad essere scritturara in sale piu prestigiose e giunta in fine alla Sala Umberto e da diva cominciò a rifiutare i contratti minori scatenando l'ira di chi non poteva permettersi di andare al teatro in guanti bianchi e marsina.Venne allora organizzata una spedizione punitiva e durante una serata Maria venne accolta da fischi e lanci di pomodori da parte dei trasteverini. Maria campi allora decise di tornare al Teatro Amor dove venne accolta con tutti gli onori. In quell'occasione sfoggio un'audacissima calzamaglia rosa che scandalizzo non poco l'audience...
Nel 1930 si ritirò e dimenticata da tutti, come sembra essere il destino delle leggende, morì in poverta in un ospedale romano nel 1963.
La storia racconta che Vittorio De Sica la scovò quando gi a si era ritirata dalle scene e le offrì una particina nel film Sciuscià.
La leggenda invece racconta che al suo ottantesimo compleanno gli venne chiesta "la mossa" e Maria non se lo fece ripetere due volte.

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