Un grande artista del Vaudeville: W.C.Field
W.C. Field ovvero William Claude Dukenfield, era giocoliere, attore e comico statunitense.
Nella sua lunga carriera lavoro nel Vaudeville ed in seguito in teatro, in televisione ed nel cinema. La sua è una figura molto particolare per il suo fare decisamente fuori dal tempo:
bizzarro e cinico interpretava sempre ruoli scomodi. Era un comico che oggi si potrebbe descrivere come l'opposto del "potically correct". La sua addizione all'alcol ne faceva un personagio difficile anche fuori dalle scene. Amatissimo quanto odiato W.C. Fields è interprete ultra moderno, contestatore sempre pronto a sparlare del Natale, dei bambini, delle vecchiette, e di qualsiasi ipocrita convenzione sociale. Naque nel 1880 e mori la notte di natale del 1946.
Il Vaudeville: grande varietà d'oltre oceano.
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Approdato negli States, il Vaudeville, spettacolo di musica leggera e canzoni ballabili originario della Francia del '700, nel nuovo mondo diviene qualcosa di simile al Varietè europeo. In principio questo spettacolo è composto di numeri vari d'attrazione: acrobati, musicisti (spesso orchestre familiari), comici, giocolieri, maghi,cantanti e ballerine.
Nel miscuglio di culture americano ogni artista sfrutta l'originalità delle proprie connotazioni culturali e di conseguenza espressive. Nella forma lo spettacolo si nutre della tradizione del music-hall inglese ma nella sostanza diviene un calderone di balli, numeri, formule di breve intrattenimento che traggono spunto dalle tradizioni di ciascun paese di provenienza degli artisti. Per cui diventa normale assistere a balli africani accompagnati dalle nuove melodie "swingheggianti", o numeri acrobatici mescolati al tango, brani di operetta a ritmi sincopati... Nel ventennio tra 1850-1870 questo spettacolo, cugino del varietà, conosce un pubblico vastissimo ed una crescita incredibile. All'origine era destinato ad un pubblico maschile per il contenuto erotico e provocante degli spettacoli ma in poco tempo il tono del Vaudeville si innalza e raggiunge livelli d'altissima qualità. Conosce lo sfarzo (come nel Ziegfield follies di Broadway) e attira l'attenzione del cinema che ne riproduce copie, ne include pezzi originali all'interno di storie romanzate che sono solo pretesti per giustificarne la riproduzione.
Grazie all'illuminata opera di attori ed impresari come Tony Pastor che ne rinnovarono il genere presentando nel 1881 uno spettacolo di varietà al Fourteenth Street Theater di New York il Vaudeville viene concepito come uno spettacolo adatto a tutto il pubblico.
Ben presto tutte le città americane, come moda folgorante, si dotano di piccoli teatri (equivalenti dei nostri cafè-chantant) che creano un circuito vero e proprio per lo spettacolo "leggero". Generazioni di artisti si formano e lottano per entrare nel circuito del Vaudeville che faceva capo al Palace Theater di New York; diventare soubrette era il sogno di tutte le ragazzine, riuscire a replicare al Palace diventa il sogno di tutte le soubrette.
L'età d'oro, la "Golden Age", si ha dal 1905 fino alla nascita del cinema parlato e al boom della radio, e la caduta della borsa di Wall Street. In quell'epoca il Vaudeville rappresento` la forma di intrattenimento pubblico piu` diffusa. Gli artisti viaggiavano da una citta` all'altra, esibendosi per una settimana nel teatro di ciascun centro.
Nell'ambito cittadino il vaudeville era veramente l'unico svago popolare in cui si ritrovava tutta la città, in ambito nazionale era una delle poche cose che accomunasse gli americani.
In generale l'apice della popolarità si registra nel 1928, quando il circuito dei "teatrini" contava l''incredibile cifra di due milioni di spettatori al giorno.
Questa spaventosa cifra di spettatori, che ha il sapore di introdurre l'epoca dei grandi numeri dei media odierni, sebbene riferita ad un pubblico frazionato, fa si che attorno questo fenomeno cresca un enorme interesse commerciale. Il circuito venne, infatti, presto monopolizzato da abili impresari che allestirono un grande business, forse il primo show-business, sulla compravendita di spettacoli, artisti, orchestre e teatri interi.
Il fervore artistico favorisce la nascita di nuove musiche (swing) e balli in cui i giovani di colore eccelgono riuscendo così a trovare affermazione nel mondo dello spettacolo e nelle "ballroom" creando i presupposti per un'integrazione che negli States purtroppo tarderà ancora parecchio prima di arrivare nella vita sociale.
Tra le stelle del vaudeville si ricordano: le cantanti Nora Bayes e Eva Tanguay; i comici Eddie Cantor, W.C. Fields e i fratelli Marx; il duo Joseph Weber e Lew Fields, i Keaton. La qualità degli spettacoli era molto alta: tra le altre, vennero scritturate vedettes come la cantante francese Yvette Guilbert e l'attrice Sarah Bernhardt.
L'avvento della radio, del cinema e della televisione in America, esattamente come in Europa, portò a un rapido declino del genere a partire dagli anni Trenta del Novecento.
( "...Il suo declino (vaudeville), quando tutti i teatri (compresa la gigantesca "Radio City Music Hall" di New York, costruita appositamente per il vaudeville nel 1932) si trasformarono in cinema, tolse alla societa` americana qualcosa di caratteristico." Piero Scaruffi )
Macario
Macario: uomolunare dal suo proprio gesticolare sciolto e compunto movimento di piedi, ginocchi e occhi, che bello che balla, da solo tra tutte le gambe piccolo mostro: reliquia, perfetto fumetto, macchietta senza macchia, giovane-vecchio, comico senza tempo senza. Sacro tutto intero. Ciuffo e/a virgola.
Erminio Macario "Il Re della Rivista"
Attore per campare in una compagnia di "scavalcamontagne", artista di avanspettacolo venne scoperto, dalla gigante genial-soubrette Isa Bluette, per divenire l'attore più famoso della rivista italiana. Fu a sua volta scopritore di talenti nel corso della sua variegata carriera, tra cui la mitologica Wanda Osiris. Macario con la sua partecipazione a più di 50 spettacoli e commedie musicali, e con gli oltre 30 films, i suoi dischi e i fumetti che lo ritraggono tale quale era merita in pieno il titolo di "Re della Rivista".
Il suo ciuffo tirabacio, ricevuto per imposizione da Petrolini, sulla sua faccia ovale è icona di una grazia attoriale oggi perduta. Acrobata della parola, con il suo accento piemontese, con il suo corpo sciolto e fine conoscitore del movimento al fianco di Totò ci consegna una insuperabile lezione di comicità misurata ed esaltante. Nel ruolo drammatico per Mario Soldati, nel 1957, rivela la sensibilità del grande attore, ma è sfruttando il suo mestiere di attore di varietà che nella rivista che Macario supera il genere passando alla storia come innovatore: le sue riviste saranno ricordate per la qualità delle musiche, le coreografie sontuose, la comicità onirica e surreale delle sue macchiette.
Dalle fiere in cui recitava per fame e vocazione ai grandi e sfarzosi spettacoli con i records di incassi Macario interpretò sempre il suo ruolo di "omino magico e fuori dal tempo". Incarnò la maschera delicata dell'innocenza e la contrappose al suo parlare intrecciato e contorto: con i grandi occhioni spalancati, con il suo ciuffo in fronte e la sua attitudine lunare sembrò elogiare la poesia che c'è in ogni uomo comune. Naque nel 1902 e dal debutto, sopravvenuto all'età di 18 anni, non si fermo mai, saltando la corda dal teatro, al cinema, dalla televisione al teatro in una escalation di successi fino alla morte che lo trovò nel 1980 all'età di 77 anni.
Internet è piena di informazioni su M. ma vale sempre la pena leggere un libro.Sopratutto se ha scriverlo è suo figlio Mauro poeta e scrittore:
"Macario, un comico caduto dalla luna" di Mauro Macario
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