La sottile linea di confine tra circo e varietà è un limite che riesce difficilmente ad essere fissato anche dai più esperti. Se tralasciamo la popolare credenza che circo vuol dire chapiteau, allora queste arti del teatro ed in particolare queste arti del corpo si mischiano in unico universo.
Probabilmente alla base della parentela stretta tra il circo ed il varietà c'è la comune caratteristica di nutrirsi di generi diversi.
La loro uguale realtà di spettacolo composito complica la distinzione e la differenziazione dei generi che hanno, tra l'altro, musica dal vivo come altro denominatore comune. Non solo; se il ballo compare nel circo e nel varietà altrettanto si può dire dell'acrobatica, del canto, l'illusione e d'altri tanti generi.Ma se il circo con i suoi grandi spazi ha prediletto gesti grandi e per certi versi la poetica del rischio, nel varietà, con i suoi spazi mediamente più raccolti, una certa tendenza al parlato lo ha in qualche modo differenziato dall'emozione forte, facendosi casa anche di finidicizioni, di piccole pieces surreali, di battutre comiche e di testi teatrali puri.
Fratelli, cugini? chi lo sa... vanno a spasso insieme per la storia dello spettacolo questi due grandi contenitori d'attrazioni, prestandosi o rubandosi idee, numeri e talvolta anche pubblico.
Ma oggi morto è il varietà, malato terminale il circo antico.
I generi si "rigenerano" ed il passato è un bambino dispettoso che un poco si nasconde e un poco tende la mano prepotente: dalle ceneri deve sempre qualcosa rinascere. Dal ventre del varietà uscì la rivista che divenne poi la commedia musicale, che univa i numeri d'attrazione con una piccola drammaturgia, mentre il circo odierno perde giorno dopo giorno zoccoli e zanne per contemplare sempre più solo l'animale uomo. E così dall'unione di questi moderni generi ecco oggi aggirarsi il figlioccio ribelle del teatro, che porta con se ancora un difetto di famiglia: la scomoda catalogazione nelle arti. Teatro alternativo, teatro fisico, circo moderno? I più esperti lo definiscono già da vent'anni 'circo nuovo' e giurano che non è da sottovalutare: sta gia diventando contemporaneo...
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