Cabaret 70



Un altro mondo: salto spazio temporale nella storia dello spettacolo leggero.

E' all'inizio degli anni 70 che le notti parigine vengono colorate da una nuova forma di spettacolo. I cabaret più affermati che già presentano programmazioni altamente spettacolari ed invitanti devono confrontarsi con una nuova tendenza artistica che fa tutto esaurito sui palchi minori: il trasformismo. Questa nuova forma di espressione sebbene abbia radici antiche si presenta in quegli anni con un nuovo ed originale carattere. Presto verrà accolta con tutti gli onori anche nei teatri di velluto e nel mondo dello spettacolo di primordine. La stampa non perde l'occasione di commentarne la forma tanto estrosa attribuendole significati strani e variopinti come l'effetto del maggio '68 nel mondo del varietè...
Poco importano al pubblico, come sempre, motivazioni e spiegazioni ed eterogeno affolla
Il Grand Eugene, il Paradis Latin, l'Alcazar o L'ange Blu.
Sotto la guida di artisti di spiccate qualità questi cabaret diventano templi dove si pratica e si sperimenta l'arte nuova. Il trasformismo in quel caso si presenta come un genere stilisticamente esagerato, dall'ambientazione kistch, mai barocco anzi elegante basato sul trasversale gioco del cambio di abito e del personaggio. La sottile ambiguità sessuale degli attori che si esibiscono truccati da dive è molla di curiosità e fascino per il pubblico. L'erotismo talvolta accennato non è mai motivo fondante, mai triviale: contrariamente a quanto si pensa comunemente i trasformisti di quegli anni non si sono mai esibiti in locali "particolari".
Con le loro stravaganti rivisitazioni di abiti e costumi d'epoca, con le loro originali interpretazioni delle celebrità del cinema o della canzone hanno segnato un'epoca d'oro nel mondo di piume e pallettes. Lo stile graffiante e provocatorio delle loro esibizioni rigorosamente in play-back era frutto di un intenso lavoro preparatorio e il grande repertorio di numeri che ogni artista ha sfoggiato in quegli anni è segno di una grandissima dedizione per il proprio lavoro. I protagonisti di quegli anni hanno segnato un'epoca raggiante del varietà parigino entrando a far parte della grande e variegata storia del music-hall.

Franz Salieri al Grande Eugene, Jean Marie Riviere all'Alcazar, poi all'Ange Blu e poi al Paradis Latin sono i protagonisti degli anni d'oro della festa parigina.
Grazie alla loro classe un nuovo genere, il trasformismo, fu reso celebre.
A Mointemartre le stelle dei cabaret si chiamavano Belle de May, Babette o Sabrina non si limitavano a cambiare costumi copiando movenze di celebri dive ma ne rubavano l'anima la posizionavano in un contesto ironico e sottile creando parodie di nuova e fine qualità. C'era in giro anche Jean Claude Dreyfus alias Erna Von Scratch che debuttava come commediante da Salieri con lo stesso agio nei panni di Laura Bernhardt, Lily Marlene o Barbara Streisand ed anche un giovanissimo Arturo Brachetti che riempiendo il sacco sotto la guida di questi illustri maestri trovava, grazie a Jean Marie Riviere, la sua prima chance nel 1977.

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