The Good Old Days



Dal 1953 al 1983 il Leeds City Varieties è lo studio in cui si registra The Good Old Days un popolarissimo programma di intrattenimento televisivo ispirato al mondo del Varietà.
Veniva girato nel celebre teatro del varietà di Leeds che nelle sue stagioni d'oro aveva ospitato sul palco personaggi come Chaplin, Houdini o Marie Lloyd.
L'intento degli autori era di ricostruire una atmosfera quanto piu fedele all'epoca con musiche del music-hall vittoriano e performances in stile.
Anche il pubblico in sala era abbigliato con costumi d'epoca così che la ricostruzione risultasse assolutamente credibile anche per gli spettatori da casa.
L'audience del teatro era anche coinvolta a cantare e partecipare allo show. Il presentatore era Leonard Sachs (che insieme a Peter Ridgeway aveva fondato e diretto il Player's Theatre i cui celebri spettacoli ispirarono la serie televisiva).
Sach era un brillante presentatore noto per la sua dialettica e le sue iperboliche introduzioni degli artisti in scena. Nei 30 anni di repliche il The Good Old Day presentò al grande pubblico più di 2000 artisti.

Ritrovamenti americani



L'intera collezione del Museo del Vaudeville Americano è stata donata all'Arizona University, Tucson.
Il museo era originariamente basato a Boston con una grande collezione di registrazioni, video, costumi e altri oggetti appartenenti al mondo del Vaudeville americano a partire dal 1860.
Probabilmente si tratta della più grande collezione di questo genere ed andrà a integrare quella dell'università.
Jerry Dickey, vice direttore dipartimento arti teatrali dice “E' da molto tempo che abbiamo che cerchiamo di educare gli studenti sullo spettacolo amaericano del 19vesimo secolo e adesso avranno a disposizione tanto materiale."
Secondo Maurice Sevigny, direttore del College of Fine Arts l'influenza del Vaudeville americano nello spettacolo moderno è straordinario ed ancora oggi si trovano citazioni più o meno evidenti nel mondo televisivo quanto nella musica e nello spettacolo dal vivo. "La tradizione del varietà servirà agli studenti per andare indietro nella storia e farsi idee nuove"
Con l'aquisizione dell'American Vaudeville Museum collection l'univerisità attiverà una serie di iniziative di vario tipo con l'intento di rendere quanto più popolare la prestigiosa raccolta in modo che il passato possa continuare ad essere utile ai nuovi artisti e far si che i pionieri dell'entertainment possano essere ricordati

The American Vaudeville Museum era frutto del lavoro di Frank Cullen e Donald McNeely che si sono rivolti all'università per dare una collocazione duratura al loro lavoro.Arizona University si è assunta la responsabilità dell'acquisizione garantendo ai gelosi padri della collezione che sarà adeguatamente e resa disponibile a studenti, altre facoltà, e pubblico in generale.

Circo e Varietà, una difficile distinzione

La sottile linea di confine tra circo e varietà è un limite che riesce difficilmente ad essere fissato anche dai più esperti. Se tralasciamo la popolare credenza che circo vuol dire chapiteau, allora queste arti del teatro ed in particolare queste arti del corpo si mischiano in unico universo.
Probabilmente alla base della parentela stretta tra il circo ed il varietà c'è la comune caratteristica di nutrirsi di generi diversi.
La loro uguale realtà di spettacolo composito complica la distinzione e la differenziazione dei generi che hanno, tra l'altro, musica dal vivo come altro denominatore comune. Non solo; se il ballo compare nel circo e nel varietà altrettanto si può dire dell'acrobatica, del canto, l'illusione e d'altri tanti generi.Ma se il circo con i suoi grandi spazi ha prediletto gesti grandi e per certi versi la poetica del rischio, nel varietà, con i suoi spazi mediamente più raccolti, una certa tendenza al parlato lo ha in qualche modo differenziato dall'emozione forte, facendosi casa anche di finidicizioni, di piccole pieces surreali, di battutre comiche e di testi teatrali puri.
Fratelli, cugini? chi lo sa... vanno a spasso insieme per la storia dello spettacolo questi due grandi contenitori d'attrazioni, prestandosi o rubandosi idee, numeri e talvolta anche pubblico.
Ma oggi morto è il varietà, malato terminale il circo antico.
I generi si "rigenerano" ed il passato è un bambino dispettoso che un poco si nasconde e un poco tende la mano prepotente: dalle ceneri deve sempre qualcosa rinascere. Dal ventre del varietà uscì la rivista che divenne poi la commedia musicale, che univa i numeri d'attrazione con una piccola drammaturgia, mentre il circo odierno perde giorno dopo giorno zoccoli e zanne per contemplare sempre più solo l'animale uomo. E così dall'unione di questi moderni generi ecco oggi aggirarsi il figlioccio ribelle del teatro, che porta con se ancora un difetto di famiglia: la scomoda catalogazione nelle arti. Teatro alternativo, teatro fisico, circo moderno? I più esperti lo definiscono già da vent'anni 'circo nuovo' e giurano che non è da sottovalutare: sta gia diventando contemporaneo...

Tre balletti "sadici"